• 9:30 - 12:30 | 15:30 - 18:30

logo mini

Chiamaci

+39 0125 789773

Apertura al Pubblico

Lunedì - Venerdì
9:30 - 12:30|15:30 - 18:30

Facci Visita

Via Baldissero, 21
Vidracco (TO)

OLINDO CANALI, MAGISTRATO

Stampa Email

 

"Etica e legge: la differenza essenziale"


Grazie per l'invito, grazie per avermi dato questo problema da risolvere: la differenza tra etica e legge.
Faccio il giudice a tempo perso, soltanto per dodici ore al giorno. Poi mi occupo di altro, di filosofia, di criminologia, che insegno all'Università di Messina. Devo dire che avevo in mente alcune cose da dire ma nel giro di quanranta minuti, da Ferrarotti a Falco, sono cambiate anche le mappe e le strategie mentali.
Il rapporto tra legge e cittadino, il rapporto tra etica e legge è fra i più dibattuti.
"Questo ha deciso la polis". Con questa frase si chiudevano quasi tutti i documenti che chiamiamo legislativi che ci sono pervenuti. Non un dio, non un re: questo ha deciso “la polis”, che era l'alba della comunità occidentale, del diritto occidentale. Era una legge etica, prima ancora che giuridica, che si legittimava non per trascendenza religiosa o per imposizione politica ma per una condivisione di popolo. Anzi, quando gli dei ed i re si ritirano dalla produzione della norma, in quell'orizzonte compare l'Etica. La norma etica è quella norma che non è imposta da nessuna autorità e che non ha bisogno di nessun apparato coercitivo o impositivo, non ci può essere una norma etica imposta da chicchessia, perché altrimenti cessa di essere una norma etica e diventa né più né meno che una legge che nasce, muore ed è connotata storicamente. La nostra storia di uomini in questi millenni ci ha insegnato che anche la norma etica cambia, ma la norma etica ha un substrato più forte e spesso che non quella giuridica.
Alcune cose dette dal professor Ferrarotti mi hanno colpito: "Una Costituzione che non deve essere scritta e che deve cambiare nello spirito dei tempi". Io allo spirito dei tempi non credo molto; credo invece che la norma giuridica cambi, purtroppo, in relazione al cambiamento delle strutture economiche e sociali che reggono una società, né più né meno.
Il diritto di proprietà nasce dopo l'istituzione del matrimonio perché l'uomo doveva sapere a chi lasciare le proprie terre, a quali dei propri figli o a quale dei figli che egli aveva generato con una determinata donna; dunque è la struttura socio-economica che determina la legge mentre non è, o non sempre è, una struttura socio-economica che determina la norma etica. Che non si debba uccidere un'altra persona è norma etica, non è soltanto o non è del tutto norma giuridica. E' vero che la morale, e l’etica come sua figlia, è un poco il correttivo della natura: se fosse nella natura dell'uomo essere monogamo non ci sarebbe bisogno di una norma morale che dica non desiderare la donna dell'altro! Se interviene una norma così, evidentemente, è perché si è assistito a qualcosa che consiglia questa norma.
Il diritto è ben oltre: non solo corregge la natura, con buona pace di quelli che sostengono che esita un diritto naturale, ma regola le nostre forme sociali e soprattutto le nostre forme sociali di tipo economico. Perché l'etica presiede non tanto all'essere, e forse neanche al dover essere, ma mi impone di adeguare il mio modo di essere con l'altro: “essere con”, questa è l'etica, ed è per questo che nella comunità c'è più etica e meno diritto mentre nello Stato c'è quasi esclusivamente diritto e ben poca etica L'aveva detto bene Max Weber, il diritto è ciò che un legislatore, con determinate formalità, stabilisce che sia. Come dire: il diritto è ciò che formalmente viene definito come tale da un legislatore, che deve seguire determinate procedure.
Mentre ascoltavo Ferrarotti, mi veniva in mente ciò che scriveva Gustavo Zagrebelski qualche giorno fa su Repubblica: "La Costituzione è ciò che ci siamo dati nei tempi in cui eravamo sobri da far valere nei tempi in cui saremo un po' sbronzi".
Ed è vero, la Costituzione è quel distillato di lucidità e razionalità che non ci diamo ora per ora ma ci diamo ora per allora. E' vero, cambiano i tempi, cambia il sociale, e una Costituzione troppo rigida impedisce, se volete, anche, lo sviluppo normativo. Ma attenzione: non sono sicuro che un giudice debba interpretare lo spirito del popolo. Giudicare secondo etica non è buona cosa perché per giudicare ho bisogno di confrontarmi con una norma precisa, che mi dica cosa devo e cosa posso fare, in termini giuridici, vincolanti. Invece, cosa posso fare per il mio vicino di casa non me lo deve dire una norma giuridica ma una norma etica.
Non l'ha detto solo Ferrarotti, che rispetto perché presenta una elaborazione di filosofia giuridica, lo stanno dicendo ben altri che con la filosofia e con il diritto non hanno niente a che fare: un giudice che interpreti lo spirito del popolo è preoccupante, perché si fa già fatica ad interpretare una norma scritta sulla quale tutti si possono confrontare, figuratevi la fatica di mettersi a interpretare lo spirito del popolo. Ammesso che mi si dia una definizione di “spirito del popolo”!
Quando Dio ed il Re si ritirano rimane l'etica, e purtroppo siamo tornati a sperimentare un momento in cui non sono solo i codici a determinare i rapporti tra le genti e i popoli ma sono i testi religiosi, che si chiamino Corano, Torah o Catechismo cattolico. Quando cominciamo a confondere i piani della religione e della elaborazione teologica con quelli dell'etica e poi ancora del diritto, torniamo a parlare una babele di lingue. Non sono i testi sacri che indicano la strada di ciò che è lecito o non lecito in un sistema giuridico. Anzi, laddove non vi è stato distacco tra normativa teologica, normativa morale e normativa statuale, c'è grande confusione. Perché se il diritto nasce dalla mediazione di interessi diversi, i testi sacri riservano solo a sé la verità unica ed immutabile; il testo sacro è intollerante per definizione. Non perché non consenta all'altro di esprimere la propria idea: come dice il mio maestro Galimberti, far parlare un altro è solo un problema di educazione. Ma perché la tolleranza è ipotizzare, sia pure per un attimo, che quello che dici tu abbia un gradiente di verità superiore a quello che dico io. Se io non mi confronto su questo schema, non opero all'interno del diritto ma opero all'interno dell'imposizione.
Abbiamo bisogno ancora di far fare un passo indietro a dei e regnanti per trovare, da un lato, la struttura forte dell'etica e, dall'altro, la struttura razionale del diritto. Infatti, se l'etica è forte non mi interessa avere un diritto forte ma se l'etica è debole ho bisogno di un diritto forte che regoli lo “stare con”. Questa credo sia la sfida che anche Damanhur abbia dovuto affrontare: finché la struttura non era complessa bastava l'etica, perché forte e sufficiente; quando la struttura ha cominciato a diventare complessa non è bastata più l'etica. C’è un punto di rottura superato il quale occorre una normativa forte perché l'etica si sfilaccia. Credo allora che abbiamo bisogno di principi etici: non di uno Stato etico - Dio ce ne scampi e liberi - né di comportamenti uguali. L'unico posto dove non vorrei mai vivere è una società dove non si commettono reati: non ci sto, non è roba per me, perché vorrebbe dire che quel comportamento è talmente poco individuale, talmente poco spontaneo, che non è neppure consentito violare una legge. Non voglio vivere in una società senza reati.
D'altra parte, se pensate a tutte le città ideali - da Platone a Tommaso Campanella a Tommaso Moro – vi trovate pur sempre giudici e tribunali. Vuol dire che avevano ammesso la possibilità che potessero essere commessi dei reati, cosa di cui non ci dobbiamo preoccupare e di cui non ci dobbiamo assolutamente spaventare finché continuiamo a vivere in una società di diversità e finché riusciamo a riconoscere la diversità. L'etica funziona quando non riconosciamo e non vogliamo più riconoscere la diversità e abbiamo bisogno di un diritto che, a questo punto, sarebbe solo repressivo.

Link Amici


logoolisticmap-mini
logorenudo-min
Logo Finethic

© 2016 - 2018 CO.N.A.C.R.E.I.S.

Utilizziamo i cookies tecnici per assicurarti la migliore esperienza di navigazione e cookies di terze parti per ottimizzare le funzionalità del sito. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento, esprimi il tuo consenso all'utilizzo dei cookies sul tuo dispositivo. Puoi modificare in qualunque momento le tue preferenze. Visualizza la Privacy policy