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Invito al meeting "Rive e Conacreis, reti comunitarie ed ecovillaggi a confronto"

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20 e 21 Ottobre, Miasto - Chiusdino (SI)

Presentazione del tema dell'incontro

Le comunità rappresentano la forma più antica di aggregazione tra esseri umani: oggi possono costituire avanzati laboratori di sperimentazione sociale, eppure non esistono strumenti giuridici per regolare le svariate attività dei gruppi comunitari.
E’ questa, in sintesi, l’osservazione alla quale giungono diverse Comunità d’ispirazione laica e spirituale che, pur sperimentando percorsi diversi, presto o tardi finiscono tutte per misurarsi con l’assenza di normative adeguate.
I problemi più ricorrenti riguardano la proprietà degli immobili, l’organizzazione del lavoro e le soluzioni urbanistiche a misura di gruppi, che esprimono esigenze diverse da quelle di una famiglia tradizionale.
L’Italia ha una lunga e ricca storia d’esperienze comunitarie, che i sociologi indicano con il termine “intenzionali” per distinguerle dalle comunità di fatto, come quelle che si formano spontaneamente nei centri urbani: a dispetto di una storia così ricca e vivace, le esperienze comunitarie non hanno mai trovato collocazione nell’ordinamento giuridico italiano.
E’ utile chiarire che il termine “Comunità”, utilizzato nel nostro caso, non ha nulla a che fare con le comunità terapeutiche o di ordini religiosi cattolici tutelati dal Concordato tra Italia e Città del Vaticano.
Il riferimento interessa altre esperienze di fatto che risultano, appunto, prive di propri diritti e, proprio per questo, con minori opportunità per esprimere le loro caratteristiche e potenzialità.
Il riconoscimento giuridico delle Comunità non prevede la richiesta di vantaggi specifici: è necessario per evidenziare l’utilità economica e sociale che lo Stato italiano può avere grazie all’esistenza stessa delle Comunità intese come modelli di vita sostenibili e riproducibili.
La società e le stesse Istituzioni hanno indubbi vantaggi con il risparmio di varie spese: la cura di territori abbandonati e la relativa prevenzione dal dissesto idrogeologico, il recupero di zone in via di spopolamento, un ridotto impatto ambientale in virtù dell’ottimizzazione delle risorse, l’applicazione di energie rinnovabili sovente anche con tecnologie sperimentali, l’uso di tecniche colturali non inquinanti, il volontariato attivo in ambienti sociali spesso marginalizzati, l’assistenza a soggetti svantaggiati e anziani, una riduzione delle spese sanitarie in conseguenza di stili di vita naturali e per l’utilizzo di medicine olistiche, e molto altro ancora.
Le Comunità rappresentano anche preziose avanguardie, attraverso le quali sperimentare soluzioni a problemi impellenti in conseguenza, ad esempio, di cambiamenti climatici, assumendo così anche il ruolo di “laboratori umani e sociali” che riconsiderano il proprio rapporto con il territorio e l’ambiente, temi che diventano quindi elementi fondanti delle Comunità.
Il vuoto di questo rapporto tra territorio, comunità intenzionali e Stato è ancora da interpretare e colmare e costituisce uno degli obiettivi storici che Conacreis, Coordinamento Nazionale delle Comunità e delle Associazioni di Ricerca Etica Interiore e Spirituale, persegue dall’inizio della sua storia decennale.

La scorsa estate sono stati organizzati diversi incontri tra rappresentanti delle comunità italiane ed europee, a seguito dei quali è stata rilanciata l’idea di unire le forze per elaborare una proposta di legge di riconoscimento dello status giuridico di Comunità. In Italia esistono almeno due network comunitari: Rive, la Rete Italiana dei Villaggi Ecologici, e le realtà comunitarie iscritte a Conacreis.
A questi due gruppi si aggiunge la rete internazionale di Gen, Global Ecovillage Network, una Ong alla quale sono iscritti soci di entrambe le realtà, assieme a molte delle comunità europee e di altri continenti. Due incontri estivi sono stati promossi dalla Lumen, favorendo così la conoscenza tra gruppi comunitari che non appartengono formalmente ad alcuna rete. L’incontro svolto a Damanhur ha coinciso con il Nono Convegno Icsa, International Communal Studies Association, un’associazione internazionale di sociologi ed esperti di livello universitario, che ogni due anni si riuniscono per presentare i risultati dei loro studi sui modelli comunitari. Questo ha permesso di confrontare le istanze delle comunità italiane con il mondo accademico, arricchendo la prospettiva, molto apprezzata, di lavorare congiuntamente ad un riconoscimento giuridico.
Da tutte gli incontri è emersa l’urgenza di collegare maggiormente le comunità per trovare soluzioni comuni e sostegno reciproco. Il lavoro sta proseguendo condividendo un documento programmatico, oggi al vaglio di tutte le comunità ed intrattenendo contatti con politici e giuristi, a cui sarà demandato il lavoro più tecnico.

Il prossimo appuntamento del coordinamento inter-reti delle Comunità italiane è previsto per il 20 e 21 ottobre nella sede dell’Istituto Osho Miasto, in provincia di Siena. In quell’occasione si riuniranno per la prima volta le rappresentanze di tutti i movimenti comunitari, per confrontarsi e definire il progetto di riconoscimento giuridico delle Comunità intenzionali.

Per informazioni e prenotazioni:
Segreteria Conacreis: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., tel. 0125.789 773
Istituto Osho Miasto: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., 0577.960 124

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